Una strana sensazione è quella che colpisce uno juventino con venature granata, quale io sono, alla notizia della cerimonia di intitolazione dell’ex corso Grande Torino a Gaetano Scirea, campione bianconero morto tragicamente il 3 settembre 1989.
E’ difficile avere l’anima calcistica divisa fra le due squadre di Torino. Quando partii da Ceglie Messapica insieme ai miei genitori avevo compiuto da un po’ 13 anni, d’estate portavo ancora i calzoni corti ed ero juventino, ma avrei potuto essere tifoso dell’Internazionale di Milano che nei primi anni sessanta, quando facevo la raccorla delle figurine Panini dedicate ai calciatori, era la squadra vincente per antonomasia: scudetti e Coppe dei Campioni in serie.
Il mio amichetto Angelo era come me dell’Inter, ma un giorno litigammo, non ricordo più per quale motivo, ma quando si hanno otto o nove anni si litiga facilmente: per dispetto cambiai squadra e scelsi di sostituire l’azzurro con il bianco. Arrivato a Torino fui affascinato dalla passione granata dei miei compagni di classe, uno di loro era addirittura un calciatore delle giovanili del Toro, veniva da Recco in Liguria e lo invidiavo tantissimo, ma la testardaggine mi fece restare bianconero.
Confesso (spero che gli juventini, amici miei, non leggano queste parole) di aver fatto un tifo sfrenato nella curva granata, ad esempio, l’anno in cui il Toro sconfisse, in Coppa Uefa, Real Madrid e Ajax Amsterdam… ma ero, sono e resto juventino!
«Gaetano Scirea è stato un campione assoluto, ma oggi ci manca l’uomo». Così ha detto il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, alla manifestazione a cui hanno partecipato, tra gli altri, la vedova Mariella e il figlio Riccardo, l’allenatore della Juve Antonio Conte, il presidente onorario Giampiero Boniperti, il portiere Gigi Buffon e il dg Marotta.
Fra pochi giorni al Grande Torino sarà intitolato la spazio davanti alla Torre Maratona a fianco dello Stadio Olimpico. «Juventus e Torino – ha sottolineato Agnelli – si riappropriano delle rispettive icone ed è un segno importante che ognuno possa vivere e godere dei propri simboli». Agnelli ha ricordato «l’incredulità» con la quale apprese, quando aveva 14 anni, della morte di Scirea, «che era per me un simbolo da seguire». La vedova di Scirea si è commossa ricordando il marito: «Tutti l’hanno osannato come giocatore, ma ancora oggi il ricordo è vivo per il suo comportamento fuori dal campo, di un uomo mite sempre disponibile ad ascoltare tutti».
Alla cerimonia hanno partecipato anche gli ex calciatori bianconeri Roberto Bettega, Francesco Morini e Beppe Furino, l’ad della Juventus Mazzia, il direttore del Juventus Museum Paolo Garimberti, l’ex presidente della Juve Franzo Grande Stevens, Paolo Pininfarina.
Fra qualche giorno tutto tornerà a posto, ma ora capisco la delusione dei tifosi granata, per il trasferimento… ma in fondo un corso granata vicino allo stadio juventino può andar bene solo a un come me.