non placido passaggio del 24 maggio

24 maggio

Sondaggio de La Stampa in relazione all’esposizione del Tricolore sugli edifici in occasione dei 100 anni della Grande Guerra, a seguito della decisione della Provincia autonoma di Bolzano. Risultati all’ora in cui scrivo questo post:

– 49% # La bandiera va esposta: 1409 voti;

– 10% # Esporre la bandiera è fuori luogo: 298 voti;

– 41% # Meglio bandiere a mezz’asta: 1189 voti.

In occasione del centenario dell’ingresso in guerra dell’Italia la presidenza del Consiglio dei ministri, per il tramite del commissariato del governo, come nel resto del Paese ha diramato una nota nella quale si invitano gli enti pubblici, e quindi anche i Comuni, a esporre sia la bandiera italiana che quella europea. In Alto Adige l’ordine di esporre il tricolore ha destato indignazione. In primo luogo da parte degli Schützen, che hanno diramato una dura nota, nella quale si spiega che mentre il resto d’Europa commemora i morti della grande guerra, l’Italia festeggia così non solo la conquista del Tirolo ma pure la morte di mezzo milione di soldati italiani.

Dopo la provincia autonoma di Bolzano una nuova contestazione alla disposizione di esporre la bandiera italiana il 24 maggio è arrivata dalla provincia di Trento. “Le bandiere dell’Italia e dell’Europa il 24 maggio le esporremo, ma a mezz’asta – ha dichiarato il presidente Ugo Rossi – perché l’inizio di quella guerra, come di tutte le guerre, è già di per sé una sconfitta per l’umanità e per chi crede nell’ideale della convivenza pacifica”.
Sinceramente non riesco a dare torto a chi ha preso la decisione di non festeggiare l’inizio di una guerra, anzi mi pare giusto e doveroso. Vediamo ora le posizioni dei politici. Secondo la Svp la decisione di Roma è “incomprensibile e sbagliata”. Secondo il segretario del partito dei sudtirolesi, Philipp Achammer, “sarebbe più opportuno ricordare le migliaia e migliaia di vittime di questa guerra con la fascia da lutto”. Critiche sono state espresse anche dai partiti di opposizione di lingua tedesca Sudtiroler Freiheit e BurgerUnion: “l’Italia si conferma un paese fascista e nazionalista” e dagli Schutzen: “l’Italia festeggia la morte di mezzo milione di soldati italiani”. Mentre per l’onorevole Michaela Biancofiore (Fi) si tratta di un boomerang per il premier Renzi, “nazionalista secondo convenienza”. L’esponente di Forza Italia ha parlato di “porta in faccia presa” dal premier “proprio dal suo amico Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano col quale solo qualche giorno fa sorrideva sornione da un palco in Alto Adige”. Perplessità arrivano anche da Sel Alto Adige: “Il 24 maggio, data dell’entrata in guerra dell’Italia, non può e non deve essere una festa, ma un giorno di riflessione nel segno della pace e del ricordo delle sofferenze e delle vittime di quella che, giustamente, il Papa Benedetto XV definì inutile strage. Non solo nella nostra terra con la sua storia e le sua sensibilità, ma dappertutto le bandiere dovrebbero essere a mezz’asta, tricolore incluso”.

3 risposte a “non placido passaggio del 24 maggio”

  1. Non ho memoria di miei avi impegnati nella grande guerra, di sicuro ce ne sono stati, ma non sono morti. Controvoglia, si! Proprio così. Sopratutto i meridionali hanno combattuto controvoglia per una patria non ancora propria, molti ancora oggi (anche intellettuali valenti) hanno nostalgia dei Borboni, sangue di Giuda! Non si sentono italiani. Qualche storico invece ha affermato che proprio la grande guerra, quasi come fosse stata l’ultima guerra d’indipendenza, ha cementato l’unità nazionale. Dimenticano che complessivamente, nelle guerre per l’indipendenza, abbiamo perso pezzi d’Italia: Istria, nizzardo, qualche pezzo di bassa Savoia al confine della Valle di Susa, e guadagnato lembi di terra straniera, il Sud Tirolo appunto! La Valle d’Aosta rimane sempre chiusa a Valle dal possente Forte di Bard…

  2. Le discussioni accesesi a causa dell’eccesso di nazionalismo del Governo Renzi che, anche in questo caso, si connota come un governo di destra, dimostrano che la vera anima italiana deve ancora stabilizzarsi. Siamo sempre il Paese del campanile, purtroppo!

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