Nuova bufera sul Carroccio. E’ stata interrogata Manuela Maria Privitera la segretaria del tesoriere della Lega, il senatore Piergiorgio Stiffoni, che ha dichiarato: «Il gruppo pagava l’affitto del senatore Bricolo e una sua carta di credito. Al senatore Calderoli veniva dati 2.000 euro al mese. Dal dicembre 2011 li ritirava in contanti».
Ma ci sarebbe anche il pagamento dell’affitto al capogruppo (1.250 euro) e la copertura della sua carta di credito; assegni girati a collaboratori per finalità non chiare. La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’inchiesta: gli inquirenti sono in fase di riscontro, ma sembra stia procedendo piuttosto spedita.
La signora Privitera è tra i pochissimi ad avere gestione piena e diretta dei milioni di euro di fondi pubblici nelle disponibilità del gruppo a Palazzo Madama. Dalla sua deposizione resa il 27 novembre scorso in Procura e dal memoriale che la stessa segretaria ha consegna ai pm emerge un quadro senza precedenti. Ricordiamo che il Carroccio ha ricevuto rimborsi per 15 milioni, tre all’anno nell’ultima legislatura. Cosa resta della Lega? Un partito di arraffoni e forcaioli giunto al capolinea, come dice giustamente Gad Lerner.
5 risposte a “i pacchetti… della Lega”
come avrebbe detto mio nonno: “‘el leghista pusè brau al ghà la rogna”. Mi viene da pensare che, invidiosi di roma ladrona, hanno dato vita al “nord in camicia verde che sgrafigna”.
Quello che fa più male è proprio quando il male arriva dalla parte dei moralizzatori.
La tenuta della maggioranza in Piemonte è appesa all’andamento dell’intesa nazionale Lega-Pdl, ancora in alto mare. Ieri Berlusconi – che venerdì sera ha chiamato Roberto Cota per chiedergli di mediare con Maroni -, ha ribadito il concetto: «Per il Carroccio correre da solo sarebbe un suicidio, senza alleanza cadono tutte le giunte del Nord». Il problema, nel caso di un’eventuale sfiducia, sono i numeri che mancherebbero all’appello: troppi, par di capire. «Tanto più a fronte di una mossa che – avverte Mario Carossa, capogruppo della Lega – , se mai andasse in porto manderebbe tutti a casa: vincitori e vinti». A meno di non contare sulle firme del centrosinistra, ipotesi improbabile, pronto a fare il botto. «Sarò io che lunedì andrò dai colleghi del Pdl per offrire l’appoggio alla sfiducia – annuncia Aldo Reschigna, capogruppo Pd -. Il fine giustifica i mezzi, il Piemonte deve tornare al voto. In ogni caso, vedremo le carte del Pdl». Dello stesso avviso Monica Cerutti, Sel: «Purchè non sia un gioco di Palazzo».
La politica consente ai ladri di ottenere cospicui bottini senza praticamente nessun rischio di finire in galera. Il trucco è semplice, basta legalizzare la sottrazione o l’inganno. La Grande Rapina Legalizzata (GRL) è ormai l’attività principale per i politici di mestiere, ma ha coinvolto, a vari livelli, tutti coloro che sono riusciti ad imbastire scambi con il potere politico oppure intrecci corporativi: dalle banche ai sindacati, dai manager pubblici agli ordini professionali, dai burocrati ai baby pensionati; chiunque, insomma, usa il raggiro delle regole come stella polare dei propri comportamenti pubblici. Una politica al contrario, non più l’interesse comune, ma il proprio interesse.
I barbari hanno smesso di sognare e si sono buttati per l’ennesima volta nelle braccia di silvio, ma quando la smetteranno di prenderci per il culo? La macroregione l’avranno fra l’incisivo e il canino, intanto mollino il Piemonte che hanno vinto rapinando!