Una trentina di giorni trascorsi nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Rivoli, prima in coma farmacologico poi semicosciente, hanno prodotto una serie di sogni lucidi. La mia “realtà del sogno” si trasformava di volta in volta nella loro ricorrenza, mi trovavo a commentare e modificare i miei sogni come se ne fossi l’autore. Esistono teorie sull’intrusione dello stato di REM.
La mia esperienza personale è stata il sogno lucido, parecchi dei miei sogni erano a puntate, a volte vedevo la stessa scena ma con dei dialoghi diversi.
Credo che il fatto di essere stato trattato, in un ospedale pubblico, con medicinali che hanno indotto il coma abbia influito sulla natura dei miei sogni. I sogni quindi sono l’equivalente della “vita che ti scorre davanti” ciò capita alle persone che hanno esperienze di premorte.
Ciò che percepivo ogni tanto come “voci angeliche” erano le voci dei dottori e dei miei cari che ascoltavo in videochiamata alla fine del periodo di addormentamento totale. A loro ho dedicato la mia “riscossa”.
Dopo questa esperienza posso dire di non temere la morte, credo che dopo di essa non accada nulla. Ho attraversato quanto di peggio mi potesse capitare e ne sono uscito. In realtà credo di averne tratto molti insegnamenti positivi.
È stata la proverbiale ‘sveglia’. Ho realizzato che vivevo la mia vita come se pensassi che non avesse fine. Troppo spesso mi lasciavo distrarre da cose non importanti. Tornando indietro, anche potendo, non so se eviterei il coma perché è stata un’esperienza spensierata. Penso spesso che se fossi morto non me ne sarei accorto.
Riscossa
Ero prigioniero di un’armatura,
m’invadeva la gola,
ma ero pronto per l’avventura.
Il cuore forte, i sogni confusi, chiusi in una bolla
che rimbalzava su sponde dure,
sostituivano la veglia, erano la colla
che mi teneva legato alle cure
degli angeli in carne ed ossa.
Combattendo riuscii a vincere
e fu così che realizzai la mia riscossa.
Per approfondimenti: https://losmemoratodicollegno.org/ (serie di post “Ritorno di memoria”)
