Ritorno di memoria .26

Durante la prima domenica di avvento, risulta facile ricordare la famosissima canzone di Lucio Dalla indirizzata a un amico che siamo poi noi tutti, le feste di fine anno sono alle porte e rileggere queste parole non ci farà male. Questa canzone che è anche una poesia, che ci ricorda in questo tempo imperfetto e lento, che potremmo prendere carta e penna e scrivere una lettera a qualcuno con cui il dialogo è sospeso oppure a qualcuno a cui vogliamo far arrivare una nostra carezza pur nella distanza.

Caro amico ti scrivo
Così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano
Più forte ti scriverò
Da quando sei partito
C’è una grossa novità
L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va
Si esce poco la sera
Compreso quando è festa
E c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra
E si sta senza parlare per intere settimane
E a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
Ogni Cristo scenderà dalla croce
E anche gli uccelli faranno ritorno
Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno
E si farà l’amore ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a una certa età
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
Saranno forse i troppi furbi
E i cretini di ogni età
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
E come sono contento di essere qui in questo momento
Vedi, vedi, vedi, vedi
Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare
E se quest’anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch’io
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando
È questa la novità

Ma Lucio Dalla non avrebbe mai immaginato che l’amico Gianmario Ligas avrebbe rivisitato il testo in occasione della pandemia Covid19 come segue.

Caro virus ti scrivo
Così mi distruggo un po’
E siccome sei molto vicino
Più forte ti scriverò
Da quando sei arrivato
C’è una grossa novità
La vita vecchia è finita ormai
E quella nuova ancora qui non va
Si esce poco di giorno
Compreso quando è festa
E c’è chi ha messo delle mascherine calate sulla testa
E si sta senza parlare per intere settimane
E a quelli che hanno niente da dire le voci sono già lontane
Ma la televisione ha detto che la primavera
Porterà meno rianimazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Lasceremo i cani a casa e gireremo tutto il giorno
Andare al bar non sarà una croce
Anche al cinema faremo ritorno
Ci sarà da mangiare e vaccini tutto l’anno
Anche in Iran potranno guarire
Mentre in Cina già lo fanno
E ci si abbraccerà ognuno come gli va
Anche i medici potranno riposarsi
Ma soltanto a una certa età
E senza grandi disturbi qualche politico sparirà
Saranno forse i troppi furbi
ma Mattarella resterà
Vedi caro virus cosa ti scrivo e ti dico
E come sono contento di aspettare quel bellissimo momento
Vedi, vedi, vedi, vedi
Vedi caro virus cosa si deve inventare
Per poterti esorcizzare
Per continuare a sperare
E se quest’ansia poi passasse in un istante
Vedi amico mio come diventa importante
Che questo istante veda anch’io
L’angoscia che stiamo vivendo tra un anno passerà
E io sto resistendo…
È questa la novità[1]


[1] Tratto da Nord Ovest n. 4 – dal Rosa al Turchino – rivista periodica de Unione Pensionati Unicredit – Gruppo Piemonte e Valle D’Aosta. La canzone eseguita dalla Sangon Blues Band è reperibile sul canale Youtube “Gianmarlig1

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