Ritorno di memoria .24

A giugno il governo italiano ha lanciato Immuni, l’applicazione sviluppata per aiutare le autorità sanitarie a contenere l’epidemia del nuovo coronavirus, facilitando il tracciamento dei contatti. L’applicazione è stata annunciata il 1º giugno 2020 e la sperimentazione è iniziata l’8 giugno in quattro regioni – Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia – per poi essere estesa al resto dell’Italia a partire dal 15 giugno. Quando una persona che ha installato Immuni scopre di essere positiva, può chiedere alla rispettiva azienda sanitaria locale di caricare la chiave sull’applicazione, così da inviare alle persone con cui è stata a contatto una notifica di esposizione.

In totale ci sono stati 9,9 milioni di download per Immuni, di cui 7,3 per Android e 2,6 per iOS. L’andamento dei download nel tempo è stato però molto irregolare, come si può vedere dal grafico: fino al 22 giugno i download quotidiani non sono mai stati meno di 80 mila, per poi calare sensibilmente e rimanere sotto quota 50 mila per tutta l’estate. Nella prima decade di ottobre si è invece assistito a un rapido aumento dei download (oltre 200 mila al giorno), per poi tornare a calare e arrivare – il 22 novembre – sotto quota 10 mila. Considerando le persone con più di 14 anni, Immuni è stata scaricata dal 19,8% della popolazione italiana. Tuttavia, ci sono ampie differenze sul territorio nazionale: la regione con la maggior percentuale di download è la Valle d’Aosta, dove l’app è stata installata dal 31,1% dei cittadini; quella con la percentuale più bassa è invece la Campania, dove il 12,5% della popolazione ha effettuato il download. Nella regione più popolosa e con il maggior numero di casi, la Lombardia, i download sono pari al 18,9%.  

“L’app Immuni ha ora oltre 10 milioni di download. Non ha per il momento sortito i risultati, in termini di scoperta dei contagiati, che ci si poteva aspettare”. Lo ha detto il commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, in conferenza stampa. “Penso che l’app sia uno strumento molto importante. Ma perché sia efficace c’è bisogno di un rapporto di mutua collaborazione tra app e chi la scarica – ha continuato -. Il messaggio che abbiamo veicolato non è stato sufficientemente potente perché questo accadesse. Non sono sicurissimo che ai download corrisponda un uguale numero del corretto funzionamento dell’app”.[1]


[1] https://www.ilmessaggero.it/economia/news/coronavirus_arcuri_l_app_immuni_non_ha_funzionato_come_ci_si_aspettava-5611370.html

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