Ritorno di memoria .14

Per sconfiggere la pandemia bisogna trovare il vaccino anti-Covid19. In settimana sono arrivati gli ennesimi annunci, il traguardo sembra vicino. Ma quale partita economica e geopolitica si nasconde dietro la corsa al vaccino?

Quello della Pfizer, a giudicare dalla quantità di spazio riservatagli dall’informazione, sembra già in pole position. Un affare non solo per le case farmaceutiche, ma per uno dei settori più dinamici e aggressivi del capitalismo del terzo millennio: la logistica. Con quale impatto per i lavoratori del settore?

Nel 2020 l’alleanza tra americani e tedeschi di Pfizer-BioNTech prevede di produrre 50 milioni di dosi del suo ormai famoso vaccino contro il Covid-19, quello di cui la Pfizer pochi giorni fa ha annunciato urbi et orbi che avrebbe un’efficacia del 90%. Ma nel 2021 la produzione dovrebbe salire alla cifra astronomica di 1,3 miliardi di dosi, equivalente a 650 milioni di vaccinazioni, poiché a ogni persona ne dovranno essere somministrate due.

Attualmente sono 10 i vaccini in fase finale di sperimentazione, di cui 4 cinesi e uno russo. La sfida industriale sottesa a quella sanitaria e geopolitica non consiste solo nella produzione del vaccino, ma anche nella sua distribuzione, tanto più che le caratteristiche del prodotto imporrano misure particolarmente attente per la sua conservazione durante il viaggio.

Per conservare le loro preziose proprietà dovranno rimanere ad almeno 80 gradi sottozero, temperatura che può essere mantenuta soltanto attraverso l’utilizzo di ghiaccio secco. Dal punto di vista economico è una condizione che potrebbe costituire un limite per l’utilizzo di questo vaccino e secondo gli esperti potrebbe ridurne la competitività rispetto ai potenziali concorrenti, prima tra tutte l’altra grande azienda biotech americana Moderna, il cui vaccino avrebbe (anche qui il condizionale è d’obbligo) un’efficacia superiore a quello di Pfizer-BionTech, il 94%, e si conserverebbe a -20 gradi.

Intanto Report racconta il “nazionalismo del vaccino”, la concorrenza tra potenze mondiali per arrivare alla prima, preziosissima dose. Un business che vale miliardi, affidato tutto ai privati, che saranno proprietari del brevetto e intanto volano in borsa. Mentre il pubblico finanzia la ricerca e se ne prende i rischi, firmando contratti segreti e pagando in anticipo un prodotto che ancora non esiste. Con interviste esclusive e documenti riservati, Report svela come “big pharma” ha provato a trasferire sugli stati gli oneri per i risarcimenti in caso di difetti e reazioni avverse. In questo scontro tra giganti, si muove anche l’italiana Advent S.r.l, la società che fa capo a Piero Di Lorenzo e che sta collaborando al vaccino di Oxford-Astrazeneca, che potrebbe essere uno dei primi a ricevere l’approvazione. Ma l’Italia ha voluto anche imbarcarsi nell’impresa di realizzare un “vaccino tricolore”: ad agosto è iniziata all’Istituto Spallanzani di Roma la sperimentazione del candidato prodotto dalla società ReiThera. Report ha seguito le sue orme, partendo dall’intuizione di alcuni scienziati nel lontano 2004 e arrivando fino in Svizzera. Per scoprire, alla fine, che il vaccino italiano finanziato dal governo forse non è poi così italiano.[1]

La ricerca è iniziata ad agosto all’istituto Spallanzani di Roma: ma sarà un vaccino pubblico, dopo gli otto milioni ricevuto dallo Stato?

No, perché la Reithera è di proprietà di una società svizzera, Keires: a controllare la società c’è Colloca e anche membri della una società farmaceutica GSK.

Sui vaccini e sui brevetti si gioca la battaglia più importante: le aziende si muovono in segreto, i brevetti impediranno alle società di produrre i vaccini per tutti, si creeranno delle discriminazioni nel mondo tra paesi ricchi e paesi poveri, su chi avrà il vaccino del coronavirus.

Gli stati spendono soldi pubblici per aziende private, per un vaccino che ancora non c’è: così sta facendo l’Unione Europea che ha firmato contratti con aziende private dove è il pubblico che si prende il rischio, nel caso il vaccino non dovesse arrivare o dovesse causare problemi alle persone. Inoltre sarebbe terribile se col vaccino dovessimo assistere a delle discriminazioni tra paesi ricchi e paesi poveri.


[1] https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Inchiesta-Item-97eb6b9e-3c63-4cca-982b-2d777abca890.html

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