L’arte dei muretti a secco patrimonio dell’umanità Unesco

Bene. Il mio bisnonno Felice che, aiutato dalla bisnonna Grazia, spietrò un fondo in contrada cutugn di Massarianova, utilizzando le pietre per delimitarlo di muretti a secco e centrarlo con un bel trullo, non avrebbe mai immaginato di essere celebrato da UNESCO e Roberto Saviano tutti assieme. Evviva! Saviano, sul suo profilo Facebook, ha citato un libro che mi incuriosisce, cercherò di leggerlo; intanto riporto di seguito una recensione trovata da google:

Pellegrino di Puglia, Cesare Brandi

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Bompiani ripubblica un grande maestro che ha fatto scuola e che rende giustizia a una terra bella, bellissima. Pellegrino di Puglia è il titolo del libro di Cesare Brandi la cui introduzione può a buon titolo essere considerata una vera lectio magistralis. L’occasione è propizia per un excursus sui viaggi che nei secoli hanno avuto come meta la Puglia e sulle tracce che i relativi resoconti che hanno lasciato nel patrimonio culturale condiviso.
«Di tutti i viaggi in Puglia, il più antico, e infinitamente il più famoso resterà sempre quello di Orazio […] E l’apparire dei monti brulli della Puglia arsi dallo scirocco?»
La narrazione di Brandi è circolare e tende a restituire tutti quegli aspetti che possono contribuire alla descrizione di una terra e dei suoi abitanti. Così lo scirocco che Orazio seppe ascoltare è il protagonista e insieme l’incipit di questo viaggio letterario che ci accingiamo a compiere.
«[…] una descrizione viaggiante di notevole sapore è l’opuscolo De situ Japigiae dell’umanista, medico e cosmografo Antonio De Ferrariis detto il Galateo […] Lo sdegno contro l’ignavia degli Italiani, oppressi dagli stranieri, e contro i preti, sono dunque i due motivi sotterranei di tutta l’opera del Galateo.»
Non sfugge all’autore uno dei tratti meno nobili dei pugliesi, l’ignavia, insieme alle sue profonde radici culturali e antropologiche.
«[…] Swinburne, che dal 1777 al 1780 fece diversi viaggi nel regno delle Due Sicilie […] s’interessa ai grandi uliveti che attraversava in questa sua lunga cavalcata attraverso la Puglia […] la testimonianza delle danze sfrenate che le donne facevano a Brindisi, in prosecuzione delle danze bacchiche: e si dicevano punte dalla tarantola. […] si accorge dei muri fatti a secco […]»
Scopriamo altresì in lui un ambientalista ante litteram quando coglie nelle parole di Paul Schubring la bellezza di un territorio proprio nei suoi elementi costitutivi.
«L’ultimo di questi viaggiatori-storici d’arte, è Paul Schubring […] e la scoperta, più che per le opere d’arte, del paesaggio […] L’immenso piano della campagna, leggermente ondulata, il mare così maestoso, il cielo così infinito e sereno costituiscono una trinità grandiosa e singolare.»
E questa, signori, è solo l’introduzione.
Poi incontreremo sulla nostra strada Terra di Bari, La festa di San Nicola, Castel del Monte, Martina Franca, Lecce gentile, Gallipoli, Inverno a Taranto, Gravina e Altamura, Foggia, Federigo e Lucera Montesantangelo assieme a tanti altri luoghi, persone, storie.
«Ma tant’è», scrive nell’introduzione Cesare Brandi, «si vede solo quel che si vuol vedere, come si trova solo quel che si cerca.»
Buon viaggio quindi e che ognuno veda ciò che vuol vedere e trovi ciò che sta cercando.

Titolo Pellegrino di Puglia
Autore Cesare Brandi
Editore Bompiani
Anno 2010

Dal blog di Oscar Buonamano
Cesare Brandi Pellegrini di Puglia Bompiani

2 risposte a “L’arte dei muretti a secco patrimonio dell’umanità Unesco”

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