l’inno del corpo sciolto

La normale frequenza di defecazione varia ampiamente tra le persone sane: alcuni soggetti possono produrre tre evacuazioni a settimana, mentre altri possono averne tre al giorno. All’interno di questo intervallo la funzionalità di eliminazione delle scorie fecali può considerarsi normale. Freud definisce “caratteri anali” gli effetti sull’adulto di un particolare atteggiamento di interesse ovvero di rifiuto del bambino nel trattenere od evacuare le feci: i bambini che nella prima infanzia «impiegarono relativamente parecchio tempo per giungere a padroneggiare l’incontinentia alvi infantile, e che anche dopo, nell’infanzia, ebbero a lamentare singoli infortuni in questa funzione», così come «quei lattanti che si rifiutano di vuotare l’intestino quando sono posti sul vaso perché ritraggono dalla defecazione un piacere accessorio», diverrebbero in età adulta persone «particolarmente ordinate, parsimoniose ed ostinate», con predisposizione ad alcune forme di nevrosi e di stravaganza. Insomma ognuno evacua a modo suo, ma il Roberto nazionale qualche anno fa per togliere qualche residuo tabù sull’argomento scrisse “l’inno del corpo sciolto” una canzone di genere pop lanciata nel 1979.

Si tratta di un motivetto che ha come tema l’invito a tutti di defecare, senza vergognarsene, lodando i water e i gabinetti; genere satirico e graffiante tipico di Roberto Benigni. Dietro le parole, all’apparenza scurrili e volgari della canzone, si cela il desiderio umano di far apparire assolutamente normale tutto ciò che ci circonda, specialmente quelle cose o quelle persone che appaiono strane e vengono giudicate volgari o immonde, come appunto le feci. La canzone è stata cantata da Benigni per la prima volta durante una puntata del 1979 del programma televisivo “l’altra domenica” di Renzo Arbore, suscitando sia ilarità che scalpore fra il pubblico. E’ ora di cantarla insieme.

E questo è l’inno-o

del corpo sciolto

lo può cantare solo chi caca dimorto

se vi stupite

la reazione è strana

perché cacare soprattutto è cosa umana.

Noi ci si svegliamo e

dalla mattina

i’ corpo sogna sulla latrina

le membra riposano

ni’ mezzo all’orto

che quest’è l’inno

l’inno sì del corpo sciolto.

C’hanno detto vili

brutti e schifosi

ma son soltanto degli stitici gelosi

i’ corpo è sano

lo sguardo è puro

noi siamo quelli che han cacato di sicuro.

Pulissi i’culo dà gioie infinite

con foglie di zucca di bietola o di vite

quindi cacate

perch’è dimostrato

ci si pulisce i’culo dopo avè cacato.

Evviva i cessi

sian benedetti

evviva i bagni, le tualet e gabinetti

evviva i campi

da concimare

viva la merda

e chi ha voglia di cacare.

I’bello nostro è che ci si incazza parecchio

e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio

la vogl’arreggere

per una stagione

e colla merda poi far la rivoluzione!

Pieni di merda andremo a lavorare

e tutt’a un tratto si fa quello che ci pare

e a chi ci dice, dice

te fa’ questo o quello

noi gli cachiam addosso e lo riempiam fino al cervello:

cacone!

puzzone!

merdone!

stronzone!

la merda che mi scappa

si spappa su di te!

Roberto Benigni

 

 

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