Probabilmente nel 2016 l’argomento principale di discussione non sarà tanto la guerra allo Stato islamico, ma il futuro del siriano Assad, che Mosca condizionerà al mantenimento dello status quo in Crimea e nell’Ucraina orientale. Non ci resta che attendere l’anno nuovo.
“Dieci leader dell’Isis, alcuni dei quali collegati alle stragi del 13 novembre a Parigi, sono stati uccisi in recenti raid aerei della coalizione a guida Usa. Lo ha comunicato un portavoce del Pentagono, colonnello Steve Warren, portavoce della coalizione anti-Isis.”
Questa è l’ultima sull’Isis, ma purtroppo non sarà l’ultima. Credo che il nuovo anno sarà dominato dall’informazione su questo fenomeno storico che domina l’attualità. Forse vale la pena fare un riassunto delle puntate precedenti.
Lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, noto anche con la sigla “ISIS”, da più di due anni combatte nella guerra civile siriana contro il presidente sciita Bashar al Assad, e da circa un anno ha cominciato a combattere non solo contro le forze governative siriane ma anche contro i ribelli più moderati, creando di fatto un secondo fronte di guerra in quell’area martoriata dai conflitti. L’ISIS è un’organizzazione molto particolare: definisce se stessa come “stato”…
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