Elogio della tristezza

sadness

«Inside Out», il nuovo cartone animato della Pixar ambientato dentro il cervello di una ragazzina di undici anni, è un’opera geniale e coraggiosa. Ci vuole genio per trasformare le emozioni umane nei personaggi di una storia. E ci vuole coraggio per rivendicare, tra queste emozioni, il ruolo fondamentale della tristezza, raffigurata come una bambina occhialuta, goffa e blu: il colore dello spirito. Per buona parte del film la tristezza si accompagna alla gioia come un intralcio, una ganascia conficcata nelle ruote dell’ottimismo e della felicità. Ma alla fine la sua importanza verrà riconosciuta.

Non così nella vita vera, dove la tristezza è stata espulsa da qualsiasi discorso pubblico e privato. Trattata come un segnale di debolezza, una forma di sabotaggio. Lo sforzo quotidiano di un genitore consiste nell’allontanare dal figlio il fantasma della tristezza, quasi fosse una condanna a morte anziché un’occasione di vita. Ma un po’ tutti ne hanno paura e fastidio, a cominciare dagli imbonitori della politica che ci vorrebbero pervasi da un entusiasmo ilare e beota.

Per il pensiero dominante la tristezza non consuma e non comunica, si nutre di astinenze e di silenzi, è antieconomica e dannosa. Occorreva un cartone animato per ricordarci che un uomo incapace di accogliere la tristezza è un automa. Non solo perché la gioia senza tristezza perde significato, come la luce senza il buio. È che la tristezza sa aprire squarci che permettono di guardarsi dentro da una prospettiva nuova. Rende consapevoli. Dunque umani.

Massimo Gramellini – La Stampa

Thirteen Reasons Why

Ci vuole coraggio per accogliere, ma non farsi dominare e vincere dalla tristezza; a tal proposito segnalo il libro Th1rteen R3asons Why scritto da Jay Asher pubblicato nel 2007. Al ritorno dalla scuola, Clay Jensen deve confrontarsi con gli esiti della tristezza indotta dal prossimo, non esattamente la tipologia di tristezza che Gramellini esalta nel suo Buongiorno qui citato. Clay trova davanti alla porta di casa un pacchetto indirizzato a suo nome, senza mittente. Dentro al pacchetto ci sono sette audiocassette numerate con dello smalto blu. Durante l’ascolto Clay scopre che a registrarle è stata Hanna Baker, la ragazza di cui lui è stato sempre innamorato, ma che si è suicidata due settimane prima. Hannah, prima di morire, ha registrato tredici vicende della propria vita, una per ogni lato, raccontate dal suo punto di vista e ognuna dedicata ad una singola persona con la quale ha avuto a che fare durante la sua breve vita. Le tredici vicende rappresentano i tredici motivi per cui la ragazza ha deciso di suicidarsi. Clay comprende di essere anche lui uno dei tredici motivi e ascolta uno ad uno i racconti per capire quale ruolo ha svolto. Ecco capire, elaborare a questo può servire quello stato d’animo chiamato tristezza.

2 risposte a “Elogio della tristezza”

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