L’Europa, la Grecia e noi…

Tzipras

Il giudizio storico si incaricherà domani di dare ad Alexis Tsipras quel che gli spetta, nel bene e nel male. Ora è invece fondamentale formulare un giudizio politico che sia all’altezza della lezione che da questi fatti va tratta. C’è chi sostiene (Nichi Vendola) che “Tsipras è il vero alfiere della nuova Europa” in quanto artefice di “un compromesso che apre varchi nel muro delle regole dell’austerity”. E che “se perde Tsipras perde l’Europa”. In sintonia con tali giudizi, va profilandosi nel nostro Paese il cammino di una “sinistra di governo” che intende distinguersi da un’ “estrema sinistra di mera testimonianza”. Sul fronte della prospettiva europea e dei rapporti interni all’Ue, l’architrave che sorregge una tale “responsabile” impostazione puo’ essere sintetizzato nella seguente formulazione: superare l’austerita’ tedesca senza mettere in discussione l’euro (e l’Ue). Qui sta lo snodo cruciale che l’oggettivita’ propone. E qui sta il nodo gordiano da recidere: poiche’ proprio alla luce della drammatica vicenda greca – vicenda emblematica che mette alla prova la tenuta dell’Ue in quanto tale – quella formulazione risulta un’impossibile quadratura del cerchio. Riproporla ora equivale a un’operazione retorica che di fatto – se ne sia o meno consapevoli – riempie il non detto di un’adeguamento all’ordine dato delle cose.

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