Avrei voluto ribloggare il post che segue, che trovate in originale cliccando qui, ma trovo bello ed utile, condividendone il contenuto, riportarne il testo completo. Negli ultimi anni popolare è divenuto in qualche caso sinonimo di trascurato, fatiscente, dice l’amica autrice, ma io che sono orgoglioso di appartenere al popolo minuto, quello che, per campare, deve alzarsi ogni giorno di buon ora per recarsi al lavoro invece dico che questo luogo popolare mi appartiene e mi inorgoglisce.
Sono nata e cresciuta in Borgo Vittoria, un quartiere della periferia nord di Torino. Era una zona popolare di fabbriche e operai, con una storia di elaborazioni, discussioni, partecipazione politica e sociale da far invidia al resto della città. Cose che da troppo tempo abbiamo tutti noi dimenticato. Sono sempre stata orgogliosa di crescere in un quartiere “pop”, perché amo le cose semplici e terra a terra, perché ti fanno comprendere meglio la vita che ci gira intorno. Negli ultimi anni però popolare è divenuto in qualche caso sinonimo di trascurato, fatiscente. Se guardo a certi angoli del quartiere, noto in effetti che qualcosa è sfuggito, che le città sono altro ormai dal luogo per accogliere e vivere, sono dormitori, centri di accoglienza improvvisati, luoghi in cui la speculazione vince e non gli interessi della gente. Che poi, noi gente, avremmo bisogno proprio di poco: un giardino sicuro, una scuola funzionante, servizi accessibili, pulizia e socialità. E di un luogo laico dove provare a scambiare due idee, dove parlare di cultura, di letture, della vita, di com’è e di come la immaginiamo. Così è una fortuna che abbia aperto La Piola Libreria di Catia, in un quartiere dove non c’è nemmeno una biblioteca. La Piola è lì fin dagli anni sessanta. Mesceva vini e liquori, la conoscevamo tutti, era a buon prezzo ma era pur sempre una piola, un bar per le carte e qualche bicchiere di troppo. Catia l’ha trasformata in un cortile delle idee, in uno spazio aperto e pulito in cui sono disponibili i libri, da leggere, da sfogliare, da acquistare e un bancone da cui lei, astemia, sa consigliarti i vini di nicchia del suo paese di origine. Un luogo dove ti siedi e anche se sei “straniero”, puoi consumare un caffè, guardare un libro ed uscirne che sei già “di casa”. Cosa avrà spinto questa donna quarantenne a dedicare tanta attenzione e tanta cura in questa sua nuova avventura? Chiedetelo a lei. Fate un giro in questo luogo dello spirito. Vedere un volto sorridente e trasparente, generoso e colto, fa bene al cuore. E a noi del quartiere ci fa sentire meno la distanza con certi luoghi della città. In fondo non si è soli se hai un libro che ti fa sognare e una persona che col sorriso ti porta, senza che tu lo chieda, un bicchiere d’acqua, così, giusto per farti sentire a casa.
La Piola Libreria di Catia è in Via Bibiana 31 a Torino
Info qui