Fu “pubblicata, anonima, a Frankfurt, nel 1587, la Historia von Doktor Johann Fausten, opera che ebbe subito grandissima diffusione. Venne in pochi anni tradotta in dieci lingue e subì rifacimenti ed ampliamenti sino al XVIII secolo.
Faust è un personaggio storico e le date della sua vita cadono fra il 1480 ed il 1540. Le sue beffe, le sue bricconate, la sua capacità di straordinario prestigiatore lo resero celebre un po’ ovunque in Germania e non simpatico alle autorità ecclesiastiche. Subito dopo la sua morte, la leggenda si impadronì della figura di lui, intessendovi intorno una messe ricchissima di episodi e di avventure. Gli vennero inoltre attribuiti poteri soprannaturali, relazioni con le potenze infernali, capacità di combattere i demoni. In un tempo in cui magia, astrologia, timore del diavolo avevano grande influenza sull’animo e sul modo di vivere non solamente del popolo, ma dei dotti, degli uomini politici, degli uomini d’arme, dei religiosi d’ogni grado era facile cosa prestar fede a queste leggende. […]
Nella Historia si racconta la giovinezza di Faust e come sia giunto al patto col demonio. Gli anni universitari di Faust a Wittenberg occupano un’ampia parte del racconto; lo spirito inquieto dell’avventuriero non si accontenta di quanto gli insegnano le sacre scritture, ma desidera arrivare, sia pure con l’aiuto delle forze infernali, alle verità ultime, alla verità filosofica, ed a varcare i limiti posti all’umana conoscenza ed allo agire umano. […]
Era inevitabile che la condanna eterna cogliesse questo Faust ed il diavolo lo avesse, alla fine, in suo potere. La coscienza del tempo era ancora immatura a fare di lui il simbolo preciso e netto di un nuovo orientarsi dello spirito, l’eroe di un’altra umanità, ma egli resta tuttavia l’incarnazione di quelle correnti del pensiero che si venivano affermando e che il protestantesimo, con la libertà concessa alle scienze ed alla speculazione, aveva direttamente favorito.” (1)
_____
(1) Giovanni V. Amoretti, Storia della letteratura tedesca, Milano, Principato, 1965