“Un viaggio alla scoperta del Paese ben coltivato deve fare i
conti con le nostre radici e con la terra su cui posiamo i piedi ma anche con gli orizzonti interiori che ognuno dà alle proprie giornate. Cominciando da quel rito antico del nutrirsi e del condividere il cibo, lo spezzare insieme il pane, si diceva un tempo, ormai banalizzato da consumi e abbondanza….”

Ecco la copertina del nuovo libro del giornalista e scrittore Giorgio Boatti dal titolo: “Un paese ben coltivato – Viaggio nell’Italia che torna alla terra e, forse, a se stessa” (Ed. Laterza, collana i Robinson). Mi ha colpito la presentazione che ne ha fatto, l’autore stesso, nella bella trasmissione di Rai3 Pane quotidiano condotta dalla sempre ben attiva Concita De Gregorio .
Il libro si snoda in un lungo viaggio, al passo con le stagioni: dal fondo della Calabria al triangolo del riso tra Po, Ticino e Sesia, dal distretto della fragola di Policoro alle serre di Albenga. I frutti di bosco che dalle Alpi scendono alle metropoli, la sfida di un profeta con l’aratro nel cuore dell’Appennino, l’avventura del radicchio di Chioggia, il mais ottofile di Roccacontrada e le ciliegie pugliesi, rossi gioielli nel bouquet di un’agricoltura che in vent’anni ha cambiato volto. A Turi, capitale…
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