La convenienza è la più silente forma di veleno con cui i vivi si ammorbano per sopravvivere. La memoria pesa, solo tenerla in continuo esercizio (parola di elefante smemorato), viva, verde, attuale, può alleggerirla e fornirci una valvola di sicurezza contro il ritorno di bestialità ed errori sempre pronti ad esplodere nella nostra vita. Negli anni di piombo vissuti in diretta avevo il vantaggio dell’età verde che di per se spensiera, ma le tracce lasciate nella memoria (appunto) sono vivide e pronte a rilasciare anticorpi. Occorre aver fiducia che gli stessi anticorpi maturino in chi ci sta vicino ed operare per trametterli almeno alla propria discendenza diretta; senza comunque omettere tutte le possibi azioni per diffondere gli anticorpi in campo sociale (come un’antipatica papera ficcanaso), in ogni occasione. Cos’altro si può fare come individui?
4 risposte a “il silenzio dei vivi”
Grazie Giacomo, che ci aiuti a non dimenticare con questo bell’articolo.
Grazie Anna, la memoria va “esercitata” ogni giorno, dal 27… al 26 gennaio, ogni giorno, a salvaguardia della nostra convivenza pacifica e serena.
http://www.huffingtonpost.it/ileana-cathia-piazzoni/una-giornata-della-memoria-contro-i-nuovi-lager_b_4674096.html?utm_hp_ref=italy
Grazie, condivido: “Il senso della giornata della Memoria è racchiuso in quell’articolo 27 della nostra Costituzione, secondo cui ognuno è responsabile di fronte alla legge solo sul piano personale e in conseguenza delle sue azioni, non per la sua appartenenza o il suo status. Questo ci riporta tristemente all’esistenza di lager moderni, sul suolo italiano, a testimonianza di una memoria forse troppo corta anche in questo angolo d’Europa. La presenza di ogni Cie è uno schiaffo a questo principio basilare del diritto contenuto nella nostra carta fondamentale. Ogni volta che si difende il concetto di reato di clandestinità, si rafforza la necessità del ruolo di questa giornata.”