«Non c’è alcun rischio di scissione. Supereremo questa situazione, non mi pare molto drammatica», ha detto in proposito il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini, parlando a Sky Tg24. «Unità e democrazia interna al partito si realizzano nelle sedi di partito. E in direzione mi pare che la democrazia sia stata giustamente ampiamente praticata: si è discusso, ci si è confrontati». Dopodichè «Cuperlo ha preso questa sua decisione» e «ora la nuova presidenza verrà decisa dall’assemblea nazionale quando sarà convocata».
Ma secondo Gad Lerner: «nonostante le dichiarazioni di rito tutte contrarie alla scissione del Partito Democratico, varie convenienze rendono questo pericolo tutt’altro che scongiurato. La stessa proposta di riforma elettorale Renzi-Berlusconi-Alfano mette l’area della sinistra italiana in fibrillazione. Così com’è, taglia fuori Sel dal Parlamento e nello stesso tempo riserva alla benevolenza di Renzi quali e quanti esponenti dell’opposizione interna al Pd potranno diventare deputati. L’auspicio di riesumare un partito di sinistra, nel quale riunire Sel e l’ala anti-renziana del Pd (col vantaggio di poter superare la soglia di sbarramento), trova molti proseliti anche se per il momento circola silenziosamente. L’idea, una volta costituito il partito della sinistra, sarebbe poi di allearsi col Pd di Renzi ridimensionato; ma si sa come vanno queste cose: la sinistra frantumata di regola apre la strada alla vittoria della destra. Anche per questo, ma non solo per questo, considero sciagurata l’ipotesi di una scissione del Pd. Le linee culturali di separazione tra le diverse componenti riformiste, risulterebbero anacronistiche. Gli esiti, poi, penalizzerebbero il tessuto democratico già logoro di questo paese. Ma ciò non toglie che a molti nostalgici del partito di sinistra la scissione piaccia; e che a una parte dell’apparato politico convenga.»
La nostalgia, in un momento come questo è più che legittima, vediamo come va a finire.