basta megafono!

megafono

La politica è gestione della cosa pubblica non stare alla finestra a sbraitare, quest’ultima cosa andava bene fin che non è arrivata la scelta del 25% dell’elettorato votante, disilluso forse, ma richiedente un drastico cambiamento e il cambiamento si ottiene facendo politica.

Gli uomini e le donne di Beppe Grillo sembrano ora sull’orlo di una crisi di nervi. Il vero impegno degli eletti non è ancora iniziato, ma pare già necessaria una psicoterapia di gruppo per evitare il collasso mentale. Non era poi così male essere gente comune, vero? Davvero valeva la pena farsi travolgere da un’onda velenosa, altissima, fatta di domande, diffidenza, proposte indecenti e insulti, attese e speranze in cambio di 2500 euro al mese da intascare per il bene delle Patria?

Il primo conclave della nuova era moVimentista si apre oggi pomeriggio a Roma promettendo di durare tre giorni. I 162 neoparlamentari in arrivo da ogni angolo della Penisola hanno scelto la riunione a porte chiuse, nessuna diretta streaming. La glasnost stavolta non funziona. Chiusi, compatti, in difesa davanti alle pressanti richieste del Paese: “a chi date la fiducia?”. Sono in attesa di capire come comportarsi anche con il Capo. Fieramente dicono: “se qualcuno svela dove siamo lo cacciamo a calci in culo. In questo momento dobbiamo guardarci in faccia tra noi”.

11 risposte a “basta megafono!”

  1. è ragionevole che vi vogliano guardare in faccia senza giornalisti interpretativi e rompiballe, ma poi devono fare qualcosa o sostengono il governo per le riforme o si torna al voto. devono essere chiari e pasta con le sparate da buffoni

  2. Se provassimo a chiedere ad un campione rappresentativo di elettori della coalizione di centrosinistra cosa pensa:

    – di un vero rilancio dell’occupazione;

    – della Tav;

    – di una legge sul conflitto di interessi;

    – di una legge sulla corruzione;

    – di leggi contro l’evasione fiscale;

    – di una legge elettorale diversa dal Porcellum e veramente democratica, quindi rispettosa della rappresentatiività;

    – di una riduzione radicale degli armamenti;

    – di una riduzione del numero dei parlamentari;

    – di una riduzione complessiva dei costi della politica.

    Su questi temi si possono raggiungere convergenze con il Movimento 5 Stelle senza che gli elettori di centrosinistra si sentano traditi.

  3. Qualche anno fa, quando il M5S era ancora un fenomeno nascente, a Collegno in consiglio comunale ogni tanto avvenivano simpatiche manifestazioni da parte del locale meetup, che con cellulari e videocamere riprendeva le sedute per sostenere che il “palazzo” dovesse essere trasparente. Noi che siamo dei sinceri democratici abbiamo accolto queste istanze di modernità e ora potete trovare tutte le sedute registrate sul sito internet del comune. Come mai ora che il M5S è un partito di primo piano in Italia e ha un folto gruppo parlamentare, fa svolgere le riunioni dei gruppi parlamentari al chiuso in un hotel, proibendo categoricamente ai giornalisti di accedere e documentare le fasi di una discussione che avrà ripercussioni sulle vite di tutti noi cittadini italiani? Avete imparato in modo incredibilmente rapido come si gestisce il potere.

  4. Richiesta di dimissioni
    di Massimo Gramellini – La Stampa

    «Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia». Questo Paese senza memoria digerisce ormai qualsiasi oltraggio alla sua storia, ma se un politico di spicco della Casta avesse pronunciato parole simili, dubito che l’avrebbe passata liscia. Nemmeno Berlusconi, per citare un caso limite, si era mai spinto a tanto. I più sarcastici gli avrebbero chiesto in quale giorno, ora e minuto esatto un movimento giunto al potere con la violenza e la sospensione delle libertà fondamentali era degenerato in qualcosa di peggio. I più sensibili sarebbero sobbalzati davanti alla superficialità urticante di certe affermazioni. In particolare la seconda, perché per dire che il fascismo dei gerarchi corrotti e della retorica patriottica ammannita al popolo come una droga aveva «un altissimo senso dello Stato» bisogna avere un altissimo tasso di malafede o, peggio, di ignoranza. E non oso immaginare la reazione di Grillo. Gli avrebbe urlato da tutti i computer: sei morto, sei finito, sei circondato, arrenditi topo di fogna.

    Purtroppo il pensiero sopra riportato è opera di Roberta Lombardi, neocapogruppo alla Camera dei Cinquestelle, che lo ha scritto su un blog non più tardi di un mese fa. Conosco tante persone che hanno votato Grillo per dare uno scossone al Palazzo. Ma nella lista degli scossoni desiderati dagli elettori non credo rientrasse l’apologia di fascismo. Perciò sono sicuro che la signora Lombardi presenterà entro stasera le sue scuse, seguite dalle sue dimissioni.

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