Il Carnevale era una Festa di stampo antico, ma oggi quel che più ci interessa è essere moderni. Sembrerebbe morto, il Carnevale, ma ispiratore di opere d’arte immortali in letteratura, musica, arti figurative è ancora vivo e vegeto ed ogni anno viene festeggiato da milioni di persone in tutto il mondo.
“Studiare il Carnevale ed i suoi riti significa addentrarsi nella coscienza (o nel subconscio) collettiva di molti secoli, quanti sono quelli che hanno visto ripetersi usanze simili in luoghi e tempi diversi”.
Così scriveva Julio Caro Baroja, ma il suo errore consiste nell’aver studiato il Carnevale come un reperto archeologico mentre per comprenderlo davvero avrebbe dovuto viverlo come noi lo viviamo.
Immergersi in esso nella inconsapevole consapevolezza che, come cantava Lorenzo il Magnifico, : la giovinezza è bella ma fugace e del domani non c’è certezza.
Comunque è vera una cosa. Gli intellettuali e gli artisti non amano più il Carnevale. Nei suoi confronti , con poche lodevoli eccezioni, soltanto sufficienza snobistica oppure ostilità preconcetta.
Eppure il Carnevale è la Festa più democratica che si conosca. Goethe ha scritto :“Una Festa che il popolo da a se stesso”.
Oggi che viviamo in democrazia sarebbe bello se il Carnevale diventasse la “Festa Europea” come l’ “Inno alla gioia” ne costituisce il canto corale. Il moralismo accusatore maschera malamente la gelosia per la gioia altrui ed è molto più grave dell’invidia sociale perchè tende a togliere agli altri un diritto inalienabile: il diritto alla felicità. Perciò lanciamo insieme in tutta Europa coriandoli sul perbenismo ipocrita, stelle filanti sulla cultura elitaria, confetti auguranti fertilità sul moralismo sterile ed autoflagellante. E ricordiamo a tutti che :“Il Carnevale è una cosa seria”. Un fenomeno che ha sempre superato le sue crisi sopravvivendo a guerre, pestilenze, carestie, un fenomeno capace di rinnovarsi determinando come nel rapporto con le ex colonie americane la riappropriazione popolare della Festa con il Jazz di New Orleans e la Samba brasiliana superando di un balzo le logiche coloniali persistenti nell’economia e nella politica in un meticciato culturale riversatosi gioiosamente nell’ Europa borghese del ‘900 con i suoi colori ed i suoi ritmi.
6 risposte a “il carnevale è morto, viva il carnevale!”
Un inno alla gioia…non male come idea….
Io sono per l’idea di Goethe: autofesteggiamoci per Carnevale!
Massì! Per una volta all’anno: autofesteggiamoci!
Evviva il carnevale…
PS: domani pubblico un post sul carnevale sardo. Ci sono diversi costumi, ognuno con significati diversi. Io ho scelto forse, che più antico del centro dell’Isola.
buona serata
.marta
resto in attesa, allora. Buona serata!
Giacomo
Scusa ho scritto male… 😦 La frase giusta è: Ho scelto, forse, quello più “antico” che si svolge al centro dell’Isola.
Buona serata, grazie!
.marta
🙂