Perchè sappiamo tutto di Corona che scappa, che piange, che si costituisce e non si parla mai di come hanno rovinato la scuola italiana? Sappiamo tutto e di più dei pettegolezzi e delle cose inutili, ma non dibattiamo sulle cose che interessano tutti. Le/gli insegnanti sono in prima fila in una lotta dura contro la devianza e l’ignoranza (e i genitori deleganti). I nostri figli sono cavie in un sistema scolastico svuotato di senso. Senza risorse, ogni riforma scolastica è destinata a fare peggio di quello che voleva riformare. Che senso ha tenere i bimbi 8 ore in una classe, incatenati al banco, con l’insegnante carceriere, senza fondi per i laboratori e per sperimentare una scuola differente? Di questo si deve parlare non di calcio, di Corona e del fard di Berlusconi.
Io e Pietro ci conosciamo “virtualmente” da un decennio ed abbiamo una buona comunione di idee, all’inizio del 2011 abbiamo scambiato sull’argomento “educazione” quanto segue.
Nel bando di iscrizione nella scuola dell’infanzia, invitano a scegliere se avvalersi o no dell’ora di religione cattolica. Sembrerebbe una grande vittoria da parte dei non cattolici, ma a ben riflettere ci troviamo invece di fronte a un atroce dilemma morale. Chi siamo noi per decidere per conto di bambini di tre anni? Si può essere contrari all’ora di religione cattolica, ma non convince nemmeno l’ora alternativa, ove applicata correttamente, che rappresenta un momento di ghettizzazione dei figli dei pochi atei, uniti provvisoriamente ai figli dei non cattolici, in una nuova categoria di individui, una minuscola tribù non ben identificata, voluta da una maggioranza spietata. Come è possibile spiegare l’allontanamento dalla classe da parte di alcuni bambini? Come vivono psicologicamente questa divisione i piccoli? Non stiamo parlando di ragazzi di prima superiore, che si presume possano essere abbastanza autonomi e maturi per sopportare la condizione di separato, ma di creature di tre anni, che devono vivere sulla loro pelle, senza capirne il motivo, l’arroganza degli adulti e la loro infinita stupidità. In molte scuole ci sono laboratori di educazione alla pace, ma non si capisce che discriminare anche uno solo dei bambini, per qualsiasi infondata ragione, equivale a creare le condizioni per educare alla guerra. Bisogna ritornare a fare la battaglia per eliminare l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, e chi vuole il catechismo per il proprio figlio, libero di sceglierlo, lo chieda alle parrocchie. La chiesa cattolica, seppur in evidente crisi di credibilità e fiducia da parte della popolazione, non può servirsi di leggi anticostituzionali come questa, per arrogarsi il diritto di imporre la sua presenza invasiva ed escludente nella scuola pubblica, che deve essere laica e non deve operare differenze tra i bambini. Ci troviamo nella situazione assurda e paradossale, di dover pagare con i soldi statali, oltre che le scuole private di ispirazione cattolica, anche gli insegnanti di religione scelti direttamente dalla Chiesa e non dai concorsi pubblici. A questo si aggiunge il fatto che le scuole pubbliche non hanno le risorse economiche per pagare gli insegnanti di sostegno, le supplenze, i bidelli, le opere di manutenzione e perfino la carta igienica.
Non tutti i tagli vengono per nuocere, e se non ci sono fondi per assicurare l’ora alternativa alla religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, si proceda alla eliminazione totale e definitiva dell’ora di religione cattolica, una volta per tutte, ripristinando il diritto costituzionale da parte degli individui a non subire discriminazione di alcun genere.
Pietro A. gennaio, 2011
Carissimo Pietro hai la capacità, come un altro Pietro che conosco, di mettermi con le spalle al muro e costringermi a ragionare su argomenti che fanno parte della mia vita e che magari mi sono scivolati, vuoi per conformismo, vuoi per quieto vivere, si, mi sono scivolati addosso. Probabilmente hai ragione, eliminando l’insegnamento della religione a scuola, molti problemi di divisione e diversità sarebbero eliminati. Tieni però presente che, sempre più spesso, grazie a dirigenti scolastici ed insegnanti intelligenti, non si insegna semplicemente la religione cattolica, ma le religioni e le idee filosofiche di ogni epoca e regione della terra. Personalmente per convinzione e anche (perchè no) per tradizione ha mandato tutti e due i miei figli al catechismo della Chiesa Catttolica, lasciando naturalmente a loro la scelta della frequenza. Per quella che è stata la mia esperienza non sono totalmente pentito, mi è servito ad imparare, dall’interno, lo stato di salute della Chiesa che è per noi, crocianamente, comunque importante, e poi teoricamente e praticamente lo stare con gli ultimi è un programma veramente impegnativo…
Carissimo Giacomo, ho individuato quattro riflessioni incluse nella tua risposta. Proverò a replicare.
g: “Probabilmente hai ragione, eliminando l’insegnamento della religione a scuola, molti problemi di divisione e diversità sarebbero eliminati”.
p: ” C’è chi preferisce che il figlio o la figlia possa decidere da sè l’orientamento religioso, esattamente come funziona per la maturazione dell’orientamento sessuale o politico. Non ci sogneremmo di inserire nell’insegnamento pubblico l’Ora dell’Eterosessualità, oppure l’Ora del Conformismo politico. Almeno spero che questo ci venga risparmiato. In generale, dovremmo riflettere su cosa significhi Insegnamento oggi. Ovvero, far emergere dei soldatini tutti uguali, o valorizzare la diversità? Se nella scuola pubblica i gruppi dei bambini sono separati su queste tematiche, quando si potrà avere l’unione delle esperienze di ciascuno? Sono già tantissime le cose che ci dividono, nostro malgrado, e la scuola pubblica dovrebbe esaltare proprio le possibili comunanze di valori ed obiettivi”.
g: “Tieni però presente che, sempre più spesso, grazie a dirigenti scolastici ed insegnanti intelligenti, non si insegna semplicemente la religione cattolica, ma le religioni e le idee filosofiche di ogni epoca e regione della terra”.
p: “Vorrei essere ottimista come te, ma non conosco un solo caso di IRC (Insegnamento della Religione Cattolica), convertito in studio delle Religioni. In ogni caso bisogna rispettare anche la persona che non si vuole avvalere di alcun studio delle religioni, specie se è una materia trattata come al catechismo, quindi senza spirito critico né confronto con le altre religioni”.
g: “Personalmente per convinzione e anche (perchè no) per tradizione ha mandato tutti e due i miei figli al catechismo della Chiesa Cattolica, lasciando naturalmente a loro la scelta della frequenza”.
p: “Le persone migliori che conosco, compreso te, hanno fatto la scelta di cui sopra, ma sono migliori, e anche di me, perché sono in grado di discernere quello che è il loro desiderio, con quello che è l’imposizione del proprio desiderio sugli altri. Tra tutte le figure attuali e del passato, per me le migliori rimangono Gandhi, San Francesco, Don Lorenzo Milani, Don Luigi Ciotti, tutte persone credenti che non mi pare abbiano desiderato la separazione dei diversi, Anzi”.
g: “Per quella che è stata la mia esperienza non sono totalmente pentito, mi è servito ad imparare, dall’interno, lo stato di salute della Chiesa che è per noi, crocianamente, comunque importante, e poi teoricamente e praticamente lo stare con gli ultimi è un programma veramente impegnativo…
p: “Sono davvero curioso di sapere qual è stato l’insegnamento che ne hai tratto”.
Pietro la tua esegesi del mio pensiero mi lusinga, confermandomi nella convinzione di avere in te un pungolo intellettuale, vuoi sapere quale è infine l’insegnamento che ho tratto da oltre quarant’anni di cattolicesimo più culturale che di …convinzione? Non molto per la verità, troppi cattivi esempi, ma tu hai nominato due persone straordinarie che da sole bastano a farmi digerire tutte le altre. Don Lorenzo Milani che venero come mio “santo personale” e Don Luigi Ciotti che, seppure di sfuggita, ho personalmente conosciuto e che m’illumina dal 1970 che è poi stato l’anno in cui ho realizzato la “scopertura” delle mie radici lasciate fuori della terra a tentare un’attecchimento nuovo che non si è mai completato (ma questo è un altro discorso). Quello fu anche l’anno in cui maturai un distacco dalla Chiesa intesa come mezzo di socializzazione. Di rado vado a messa, ma quelle rare volte sento che qualcosa smuove il mio animo, qualcosa che si blocca al momento dell’omelia…
Voglio aggiungere che i miei due figli traggono giovamento dalla “materia” religione, sono stato fortunato?
2 risposte a “educare per salvare”
Ottime riflessioni.
Tutto merito del mio amico Pietro, ottimo stimolatore d’idee 🙂