2. Sì a un grande progetto di riconversione ecologica dell’economia e di riassetto del territorio nazionale e dei suoi usi per garantire la sicurezza dei cittadini e la riduzione del consumo di suoli agricoli. No alle grandi opere (dal Tav Torino-Lione al Ponte sullo stretto e al proliferare di autostrade e raccordi) inutili, dannose all’ambiente e alla salute ed economicamente insostenibili.
«La morte “per strada” è diventata una delle poche morti per cui si è inventato un tipo di cordoglio nuovo. Le «edicole» improvvisate, i fiori e le foto e le scritte sui luoghi degli incidenti d’auto non sono una ribellione contro il “sistema automobilistico”, ma una scansione della religione della fatalità, del destino che colpisce a caso e inaspettatamente». «Il sistema delle auto è penetrato nel fondo della nostra anima, diventando ovvio, il ritmo normale delle cose. In fin dei conti non è proprio qui il fascino dell’auto, nel fatto che dopo aver appreso a guidare un’auto ci si dimentica di come si guida perché si comincia a guidare automaticamente?» «Siamo talmente abituati alle auto che non riusciamo a vederle e a capire cosa ci fanno e cosa noi gli facciamo fare»

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