Gerard Depardieu, che ha deciso di lasciare la Francia per sfuggire alle tasse imposte dal governo Hollande ai super-ricchi, ha incontrato il presidente Vladimir Putin ed ha ricevuto il suo passaporto russo. Un comunicato del Cremlino ha definito “privata” la visita di Depardieu in Russia. La televisione russa ha mostrato delle immagini dell’incontro tra i due in cui si sente l’attore chiedere a Putin se abbia visto il suo nuovo film, una coproduzione franco-russa in cui interpreta Rasputin.
Monsieur Depardieu non gode più della mia ammirazione perché egli non tiene conto che Hollande, Presidente della Francia in tempo di crisi deve far fronte alla complicata situazione anche con provvedimenti pesanti.
Hollande ha, recentemente, introdotto una tassa del 75 per cento, temporanea (due anni) sui redditi dei francesi che superano il milione di euro. Depardieu allora ha deciso di trasferirsi in Belgio, il primo ministro di Hollande, Jean-Marc Ayrault, ha detto che la decisione di Depardieu era meschina; Depardieu ha risposto: “Meschina? Ho capito bene? Meschina? In 42 anni di lavoro, ho pagato 145 milioni di tasse e che non ho nessun bisogno di giustificare i motivi della mia decisione, che sono molteplici e privati (intimes)”. Intanto Putin ha avvisato Depardieu che in Russia tutti, indipendentemente dal reddito pagano il 13 per cento di tasse. Catherine Deneuve ha scritto una lettera al quotidiano Libération e ha detto che la parola “meschina” non è una parola degna di un uomo di stato mentre il filosofo André Glucksmann ha dichiarato di aver vergogna per Depardieu, che è entrato in stretti rapporti con un uomo come Putin, responsabile, tra le altre cose, del disastro ceceno.
Ritengo che in Francia, così come in Italia e negli altri paesi d’Europa, chi più ha, più deve dare, un semplice principio di solidarietà che può risolvere la situazione in un tempo più breve di quello che pare occorrere per sbrogliare questa crisi che ci attanaglia da oltre quattro anni. Personaggi pubblici come Depardieu, dovrebbero riflettere sulle conseguenze di atteggiamenti difensivi dei propri privilegi, che potrebbero essere anche autolesionistici, se la crisi continua i suoi guadagni eccessivi potrebbero essere messi in discussione.
6 risposte a “Depardieu non è più il mio attore francese preferito!”
Sempre più sgomenta…e schifata dell’ingordigia di certi uomini…:(
E’ veramente un peccato che si tratti di Depardieu che ha sempre interpretato film di uno spessore sociale che non lasciava intendere questa sua ingordigia. Fra l’altro ci vorrebbe anche in Italia un Hollande… infatti riflettevo che Depardieu per risolvere i suoi “problemi” potrebbe semplicemente chiedere la cittadinanza italiana…
Capisco il tuo sbigottimento per come era il Depardieu attore. Calata la maschera…ne è uscito l’uomo ingordo.
Non dispiacerebbe avere un Hollande anche qua: sarebbe necessario proprio…
cittadinanza italiana?…no, ne abbiamo fin troppi a mio avviso.
🙂
Ho tolto dal post il seguente testo: “nei primi 56 giorni di governo:
– ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate;
– ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, o è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”;
– ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione;
– ha abolito per la Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro utilizzati per finanziare licei privati esclusivi, ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali;
– ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperativa e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale;
– ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivistucole, fondazioni, e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate;
– ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione): chi offre crediti agevolati ad aziende che producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare, prendere o lasciare.
– ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni, finché il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza toccare il pareggio di bilancio.”
Tale testo fa parte di un bufala internet in cui sono incorso, chiedo scusa a tutti coloro che avevano letto e commentato il post originale.
Addio Mariangela!
“I tudesch in andaa via – diceva -, ma la raza l’è restada”. I tedeschi erano andati via, ma la razza è rimasta”.