E’ un uragano politico quello che sta dirigendosi verso la Lombardia. Come ogni uragano che si rispetti, le conseguenze del suo passaggio sono imprevedibili: potrebbe cambiare molte cose, oppure lasciare sostanzialmente intatto il sistema di potere e di interessi consolidato. L’esito finale dipende da diversi fattori. Anche dalla nostra capacità di conoscere e decidere a chi affidare il compito di iniziare a costruire una Lombardia diversa (e, forse, un’Italia diversa). Qualcuno che sia possibilmente simile a noi, cittadino fra i cittadini: persone normali, oneste, che non vivono di politica e, quindi, possono agire insieme nell’interesse di tutti. Senza bisogno di avere la linea dettata da un segretario di partito, o da un guru che decide chi è onesto e degno, e chi no.
Ambiente e diritti. Non deve sorprendere la totale assenza del tema “ambiente” dal dibattito politico. Seveso è un ricordo lontano nella memoria collettiva; a Taranto, l’Ilva contamina per decenni con la complice connivenza di tutti, e quando un giudice agisce per tutelare la salute pubblica, ecco il coraggioso intervento del Ministro all’Ambiente, Clini, in difesa della fabbrica inquinante. Forse servirebbe anche in Italia un vero uragano, non politico ma atmosferico, come quello che per alcuni giorni ha drammaticamente mostrato a milioni di abitanti del New Jersey le conseguenze del surriscaldamento del pianeta. Ovvero di un modello di vita e consumi non più sostenibile. La misera ricetta proposta da un paio di decenni per combattere la crisi (ridurre i diritti e le tutele a tutto campo) ha peggiorato lo stato dell’ambiente e del lavoro; a beneficiarne sono state soprattutto le imprese legate alla criminalità organizzata, il partito del cemento e degli affari.
L’alternativa esiste. Eppure esiste ed è diffusa anche nella nostra regione un’ampia rete di cittadini, associazioni, gruppi e comitati che praticano nel quotidiano la costruzione di un mondo diverso, con scelte e comportamenti responsabili. Sono i consumatori critici; sono i cittadini che si schierano a fianco degli agricoltori in difesa del verde agricolo contro progetti devastanti per l’ambiente; sono coloro che, al di là di schieramenti e slogan politici, pretendono da chi amministra a livello locale uno standard minimo di trasparenza, competenza e onestà. Sono coloro per i quali la tutela dell’ambiente e del territorio non rappresenta un vincolo, ma un’opportunità per vivere meglio. Bisogna portare questa “responsabilità sociale diffusa” a livello di governo, per cambiare le cose. Bisogna mettere la questione “Ambiente e Diritti” in primo piano nell’agenda politica. Usando gli strumenti che abbiamo a disposizione nella democrazia rappresentativa: partiti, candidature, alleanze. Strumenti imperfetti, come l’essere umano.
Primarie si o no? L’assordante silenzio attorno al tema ambientale ha spinto di diversi comitati e attivisti ambientalisti a sollecitare la mia a partecipazione diretta alle primarie del centrosinistra per la Lombardia. Ho dato una disponibilità teorica, ma non ho ancora deciso. Prima desidero sapere cosa ne pensate, dicendovi prima come la penso io.
Piano A: partecipare direttamente. Teoricamente, la partecipazione di un ambientalista alle primarie darebbe visibilità pubblica, sui media, alle tematiche altrimenti relegate in secondo piano e a chi le porta avanti. Teoricamente: perché poi conta molto il peso specifico e la macchina organizzativa e finanziaria che si muove a supporto dei candidati. Leggo su Repubblica: “Primarie all’insegna della sobrietà: per i candidati tetto di spesa massimo di 30mila euro”. Non è uno scherzo: bruciare l’equivalente dello stipendio annuale di un lavoratore in poche settimane (tanto durano le primarie), è considerata “una scelta sobria”… Io per la mia campagna elettorale in Comune ho speso poche centinaia di euro: non posso e soprattutto non voglio permettermi di più. Potrei aprire una sottoscrizione, ma la domanda vera è: ne vale la pena?
Piano B: partecipare indirettamente. L’alternativa è lavorare in rete, moltiplicando i contatti sul web, per costruire una “Agenda Ambiente Lombardia”: individuare i punti irrinunciabili di un programma per una riconversione ecologica della Lombardia dopo 17 anni di governo Formigoni. E sulla base di questi obiettivi seguire insieme il percorso dei candidati alle primarie per la presidenza della Regione Lombardia: non i loro slogan, ma la loro storia, le loro idee, le loro proposte concrete per il nostro futuro immediato. Una rete di cittadini, comitati, associazioni e tecnici esperti al servizio di tutti.
Io alcune idee e priorità su cui avviare il lavoro comune le avrei già in mente. Ma penso per ora di avere abusato abbastanza della vostra pazienza.
Per favore, fate girare e ditemi al più presto come pensate sia meglio procedere. Ora più che mai ho bisogno di voi.
Un caro saluto a tutti, a presto
Enrico Fedrighini
Portavoce Comitato Promotore
http://zatopek4recordolimpici.blogspot.com/
Enrico Fedrighini
portavoce Comitato Promotore Referendum MilanoSiMuove
3 risposte a “Cari Amici, ora più che mai ho bisogno di un vostro riscontro.”
la mia esperienza politica mi porta a ritenere che lo sgretolamento del potere sia appena iniziato e le primarie indicheranno ancora uno della casta. hanno una sola possibilità: scegliere il meno peggio
Temo che tu abbia ragione. Io vedo cosa è successo e sta succedendo alle “fabbriche di Nicki”: le vecchie nomenclature non mollano e buttate fuori dalla finestra, rientrano dalla porta.
La scoperta dell’America
di Massimo Gramellini
Qualunque cosa sia successa durante la notte (in questo caso chi legge ha più informazioni di chi scrive), quello dell’altro ieri è stato l’ultimo comizio elettorale di Barack Obama. L’ultima volta in cui l’uomo più potente del pianeta si è presentato davanti a degli esseri umani per sedurli a proprio vantaggio e ottenere il loro voto. Non a caso gli è scappata pure una lacrima. Da oggi non si candiderà più a niente, non dovrà convincere più nessuno. Potrà ancora parlare in pubblico e, fra quattro anni o da subito, potrà usare come Clinton la sua eloquenza per sostenere una buona causa o la carriera politica della moglie. Ma la sua, di carriera, dal punto di vista elettorale è inesorabilmente finita. A cinquantuno anni.
Fra i vari limiti del potere, in America, vi è la sua soggezione a scadenze fisse e improrogabili. Un uomo politico, se è tale, lo rimane tutta la vita. Ma non lo può fare tutta la vita. Almeno non in prima linea. E’ una prassi dura, in qualche caso persino ingiusta. Però serve a tutelare la società dai veleni che il potere accumula ogni volta che si allea con il tempo. Ci sono poltrone su cui non è bene sedere troppo a lungo. «Noi uomini nuovi delle province non siamo migliori di chi ci ha preceduto», confessa l’imperatore Adriano della Yourcernar, «siamo solo meno insudiciati dal potere». Perché il potere corrompe chiunque ne faccia uso e lo induce a trasformarlo in abuso. Il segreto è fermarsi un attimo prima. L’America ha tanti difetti, ma questa regola salvavita della democrazia l’ha capita. Purtroppo un solo italiano ha scoperto l’America. E non è Formigoni.