Sapevo che mi avrebbe fatto piangere, ecco perché ho aspettato la XIV edizione per comprare e leggere “Fai bei sogni” il romanzo di Massimo Gramellini.
Avevo previsto la mia commozione, un giorno di marzo di quest’anno, quando Massimo imbarazzatissimo, resistente alla commozione che gli montava dentro, presentò il suo libro alla mia trasmissione TV preferita: “Che tempo che fa”.
Fabio Fazio, gran sacerdote delle mie emozioni letterarie, artistiche e politiche, sembrava, come gli capita quando condivide l’oggetto del suo lavoro, sinceramente partecipe e convinto della grandezza di questo piccolo libro.
Ho letto il romanzo e alla fine del X capitolo, in piena ed insonne notte, ho sentito l’impellenza di scriverne, naturalmente avevo già pianto al IV capitolo! La storia è di quelle che si possono definire universali perché riguarda tutti pur essendo privatissima.
Io sono juventino, ma Gramellini è uno dei due tifosi del Toro che adoro anche nell’esercizio del loro appassionato tifo solitamente anti Juve. Il suo essere liberale di sinistra mi lascia, di tanto in tanto, perplesso, eppure quasi tutti i giorni leggo la sua rubrica su La Stampa. Spesso sono d’accordo con lui, anche quando dalle sue parole traspare un sentimento politico conservatore che non mi appartiene.
A pagina 196 del suo romanzo Gramellini scrive: “Perché ci piacciono tanto le storie? Perché rivelano in controluce il segreto dell’esistenza”, sono d’accordo con lui. Il suo libro è di quelli che colpiscono direttamente allo stomaco e al cuore proprio perché tratta dei sentimenti di tutti noi. Chi più chi meno ha un rapporto irrisolto con la madre o col suo ricordo.
Sprazzi di quieta ironia ed autoironia, cifra caratteristica e propria della scrittura di Gramellini, ci rallegrano la lettura del libro evitandone toni esclusivi di tragedia familiare. Egli stesso scrive: “In fondo la mia vita è la storia dei tentativi che ho fatto di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo”. Questo mi pare il senso profondo del suo racconto.
Condivido pienamente quanto ha scritto del libro, Enzo Bianchi, per l’inserto settimanale de La Stampa TTL (tuttolibri) e riportato sulla fascetta editoriale che avvolge l’edizione del romanzo che ho letto: “Il libro di Gramellini parla a me, alla memoria della mia infanzia, al dolore e alla ricerca di un senso di tutti noi”.
Chi, si sentirà invogliato a leggere il libro, dopo aver letto questa modesta recensione, vedrà che troverà una parte di sè fra le righe di Gramellini, buona lettura!
2 risposte a “adoro Gramellini”
[…] Chi, si sentirà invogliato a leggere il libro, dopo aver letto questa modesta recensione, vedrà che troverà una parte di sè fra le righe di Gramellini, buona lettura! […]
Stasera non perdianocelo!