Non vi sono ragioni di povertà né di disagio sociale dietro l’omicidio di una donna di 56 anni, uccisa oggi con undici coltellate dal marito di 54 anni, nell’appartamento in cui abitavano a Collegno.
Lui, dopo aver commesso il folle gesto durante una lite, ha chiamato i carabinieri e ha dato soltanto una laconica spiegazione: «Non mi lasciava parlare». Un raptus improvviso, dunque, nel corso di una discussione vivace.
Secondo i vicini di casa, si trattava di una famiglia tranquilla, senza apparenti problemi. L’uomo, assistente scolastico nell’Istituto comprensivo di Caselette (Torino), in passato aveva sofferto di depressione, ma non tale da spiegare, a distanza di tanto tempo, un gesto come quello di oggi. Era conosciuto da tutti come una persona mite e riservata e i vicini hanno confermato che non aveva mai dato in escandescenze. Lei insegnava italiano alla scuola media `Tallone´ di Alpignano.
La coppia, che abitava nel quartiere Villaggio Dora, aveva due figli, di 18 e 16 anni, entrambi studenti. Il più giovane ha assistito al litigio, iniziato in cucina e finito nell’ingresso di casa, e ha cercato di arginare la furia del padre rimanendo lievemente ferito a una mano. Veramente assurdo il modo in cui una vita tranquilla vira nella tragedia più nera, auguro ai due ragazzi rimasti orfani della madre e con un padre assassino di poter proseguire il loro percorso dopo questo stop terrificante. Un uomo tranquillo, ma chiuso, ha distrutto quello che aveva creato insieme alla persona che ha barbaramente soppresso. Troppo fragile l’equilibrio fra la normalità e la follia, interroghiamoci e riflettiamo: siamo tutti soggetti a questo terrificante pericolo.

Una replica a “assurdo”
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