Mio nonno Rocco, buonanina, aveva come ngiurije (soprannome) qualcosa di militaresco che, lui raccontava, gli fu utile quando da Albenga, dopo l’otto settembre, con l’esercito allo sbando, decise di tornare a Ceglie con il mezzo più sicuro al mondo… e l’unico in quel momento disponibile: a piedi! Non stò qui ad elencare le peripezie del viaggio che ad ogni racconto, specie se questo veniva replicato dopo un buona bevuta, aumentavano di numero e qualità… per farla breve quando arrivò a Martina Franca, quindi quasi a casa, come in ogni sceneggiatura che si rispetti, fu fermato dai regi carabinieri che gli intimarono l’alt e gli chiesero i documenti che naturalmente non aveva: era nei guai! In quel mentre passava di li un conoscente del nonno che, riconosciutolo, gli si rivolse: “vuè capità! Come sciame?” il carabiniere sentito che si trattava di un superiore, addirittura un capitano, lo lasciò andare, senza controllare null’altro, salutando impettito: “comandi Sig. Capitano!”, beh avrete capito tutti che il soprannome di famiglia era “capitane”!
Nota: l’origine del soprannome risale al mio bisnonno Leonardo detto Antonio che usava comandare la sua squadra di vacche podoliche con impeto militaresco, da cui il soprannome “Capitane” … si ma di mucche!