Ho creduto alla chimica per un tempo indefinito. La chimica dei sentimenti, la più abusata. La scienza è precisa: “I sentimenti, in assenza di ossigeno e a basse temperature, mantengono inalterate le loro caratteristiche e non reagiscono con altri composti.” Pensando di far cosa giusta ho chiuso i miei in un barattolo ermetico. Ho riposto il prezioso contenitore in luogo buio e asciutto e non l’ho più cercato per molto tempo. Nel frattempo ho letto e conosciuto persone che della chimica avevano una bassissima opinione e che cercavano di convincermi dell’infondatezza di alcuni modelli. Un dubbio insinuante e via via sempre più profondo si è fatto strada dentro di me. Ho scovato il barattolo in vetro e l’ho scrutato alla luce del sole. In effetti pareva vuoto. Non l’avessi mai pensato. Dando retta ad una apparente innocua curiosità ho svitato il tappo. Noooo: stolto comportamento sciocco e avventato. Una calda corrente ha soffiato d’improvviso trascinando nell’aria sentimenti, emozioni, debolezze e ogni genere di composto. Hai mai provato a recuperare qualcosa di impalpabile? C’è da perderci una vita, è difficilissimo. All’iniziale paura si è sostituita pian piano la rassegnazione per la perdita. E poi la sorpresa: i composti reagiscono in maniera non prevedibile, non schematizzabile, difficilmente analizzabile. La loro distribuzione nell’atmosfera non segue alcun modello matematico. E io che volevo calcolare azioni e reazioni, causa ed effetto, combinazioni e scissioni. Le formule chimiche si sono dimostrate inaffidabili. Quel barattolo avrei dovuto romperlo molto tempo prima.